sabato 3 marzo 2007

il caso arte contemporanea!

“Due verità possono essere vere in due mondi diversi. La loro verità è stabilita dal fatto di essere coerenti alle rispettive versioni del mondo, e come tali sono tra di loro irriducibili."

“I mondi che abbiamo li ereditiamo dagli scienziati, dai biografi e dagli storici quanto dai narratori, dai drammaturghi e dagli artisti." Nelson Goodman

L’antica industria del bello si è di questi tempi notevolmente modificata e allargata oltre i confini tradizionali: ha occupato nuovi spazi e sconfinato oltre la tradizione, non è più scienza per eruditi poiché si è naturalmente trasformata anche in un fenomeno economico, e inserita in un sistema che non riguarda più semplicemente fatti di gusto o di cultura, ma anche di marketing, economia, gestione di mezzi. Se l’arte consiste nel produrre rapporti con il mondo, e materializzare le relazioni con lo spazio e il tempo contemporanei, vengono oggi meno i parametri di giudizio precedenti. I criteri di valutazione vanno rapportati ai significati e alle relazioni dell’opera d’arte con i fenomeni che la circondano, considerando quanti di questi fenomeni vengono da essa rispecchiati e rivissuti. L' arte non è riducibile alle altre forme dello spirito e, pertanto, non può essere valutata secondo le categorie del vero, dell' utile, del piacevole o del moralmente buono, proprie di tali forme. L' arte può rappresentare contenuti che dal punto di vista morale sono riprovevoli, ma non perciò essa è moralmente riprovevole. L' arte ha, dunque, il proprio fine in se stessa e non possono venirle affidati compiti di istruzione o di educazione morale o politica.

Nel corso del ‘900 muta profondamente il ruolo dell’artista, che si sottrae alla produzione degli oggetti in senso tradizionale. L’arte si consuma nel gesto, nel fare, nell’idea, e la personalità dell’artista diventa quasi più importante dell’opera, accentuando fino all’esasperazione gli aspetti autobiografici di libertà inventiva e di velocità esecutiva. Diminuisce e talora si annulla il legame con la committenza, e il condizionamento di quest’ultima sull’artista. Nasce la leggenda secondo cui oggi non importa che un artista sia bravo, ma quanto sia spinto dal sistema dell’arte.

In realtà le attuali “star del mercato artistico” sono sostenute da vari gruppi di potere (da Saatchi&Saatchi al management delle case d’asta) e giudicabili come performer, filosofi o artisti, ma hanno comunque il merito di una lucida e rigorosa ricerca nelle loro opere. Contemporaneamente diventano abilissimi a sfumare la linea che divide l’artista, dal mercante e dal collezionista.

Dopo aver ascoltato il podcast dell'intervista a Sergio Tossi (vedi www.tossiarte.it), gallerista fiorentino che si occupa di arte contemporanea, invito a rispondere alle seguenti domande senza paura:

- com'è cambiato il concetto di arte, di "bello e sublime", di esperienza estetica nel corso del '900? perchè?

- cosa significa essere artisti oggi, rispetto al passato?

- in base a quali criteri è possibile giudicare ciò che è arte e cio che non lo è?

- che cos'è per voi l'arte contemporanea?

- analizzate l'opera di un artista contemporaneo a scelta, in base alle riflessioni fatte attraverso le domande di cui sopra.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Goodman nell'elecare i generosi donatori di mondo si dimentica dei filosofi... è proprio un Buonuomo!

Anonimo ha detto...

ciao stefy...la 3cgp

suzy creamcheese ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
suzy creamcheese ha detto...

ciao bimbiii!!!
mi raccomando, non date retta a quast'arido filosofo che commenta il blog e scrivetemi, che mi fa tanto piacere.
a presto!

Anonimo ha detto...

stefy...ciamo sempre noi...ci dai l'indirizzo dell'altro blog?

suzy creamcheese ha detto...

ahahah!

eh no!

Anonimo ha detto...

Well written article.